GLI EX VOTO DIPINTI SU CERAMICA DI DERUTA

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Gli ex voto che si trovano nel Santuario della Madonna del Bagno a Deruta hanno una caratteristica particolare: sono dipinti su ceramica. Quale episodio diede origine al Santuario? Il primo attore fu un frate scarpante francescano Fra’ Pietro Bruni, che nel 1643 passando per un sentiero del Colle del Bagno tra Deruta e Casalina, vide per terra una di quelle tazze che i viandanti portavano sempre nella bisaccia per potersi dissetare comodamente alle fontane o ai corsi d’acqua durante il loro tragitto. Rivoltatala col piede vide che sul fondo era dipinta la sacra immagine di Maria. Mosso da riverenza, si chinò, la raccolse, e la collocò tra i due rami di una giovane quercia, perchè fosse riverita dai passanti, pensando che questa Sacra Immagine avrebbe potuto fare miracoli.
Scosso dal vento il coccio cascò spesse volte a terra e del coccio non restò che l’immagine della Madonna, circa 15 centimetri quadrati. Ma nel 1657 un merciaio di Casalina tal Christofano di Francesco, vide l’immagine della Madonna, la racccolse e la fissò con due chiodi tra i due rami biforcati della quercia e, per primo, sperimentò la potenza traumaturgica della Sacra Immagine. Tornando a casa infatti trovò guarita la moglie che giaceva a letto quasi sul punto di morire. Fu proprio questo miracolo che dette inizio alla devozione e al culto della piccolissima immagine, della Madonna del Bagno. Immediatamente dopo questo fatto fu iniziata la costruzione del santuario. Il primo quadretto che appare in queste note è l’ex voto donato da Christofono alla Madonna per la guarigione della moglie. E’ opportuno ricordare che due furti colpirono il Santuario nel 1976 il primo di sole 8 mattonelle, non riprodotte (perchè non fotografate), e che sono le sole mancanti. Il secondo nel 1980, di ben 241 formelle, la metà delle quali ritrovate, l’altra metà riprodotta (124 copie) grazie alle foto fatte dopo il primo furto. L’ultimo ritrovamento risale al 2008 quando un collezionista svizzero ne pose in vendita all’asta in Berna quattro che aveva acquistato in buona fede: saputo dalla casa d’aste che si trattava di ex voto rubati, li restituì al santuario a titolo gratuito. Per tali furti e danni subiti il Santuario restò chiuso per i necessari restauri e per dotarlo di un adeguato sistema di allarme per ben 7 anni e fu riaperto al pubblico l’otto settembre 1987, come evidenzia il secondo quadretto esposto, che evidenzia l’operosità e la gioia di un intero paese.
Aldo Cafferata

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