Un curioso quadro votivo, di collezione privata, rappresenta la processione di una confraternita, forse un rito penitenziale o propiziatorio dei frutti della terra (le cosiddette “rogazioni”) con i confratelli incappucciati rappresentati mentre attraversano un ponticello costituito da un solo asse. Uno di loro, quello che porta il Crocifisso, cade nel fiume. Con involontaria ironia il pittore rappresenta i confratelli mentre proseguono nel viaggio, lasciando nell’acqua del fiume, che possiamo presumere fredda,  il malcapitato ancora abbracciato al Crocifisso, quasi a un salvagente. Per sua fortuna, la madre di Dio compare sulla sinistra a vigilare e a trarre d’impiccio il poveretto. Contribuisce a intercedere per la grazia anche il santo rappresentato sulla destra, forse appartenente a un ordine di mendicanti. La rappresentazione è molto gustosa e fedele alle ritualità delle confraternite: i membri tutti incappucciati e col viso coperto, i fanali tipici delle loro processioni, così i grossi ceri e il piccolo gonfalone che portano i due in apertura del corteo. In basso sulla sinistra la sigla P.G.A. (per grazia avuta) e attorno un paesaggio collinare in mezzo al quale scorre il fiume che una  prospettiva un po’ approssimata fa scorrere in salita. Quasi sicuramente i quadro, databile alla fine del ‘700,  faceva parte della dotazione di un santuario ligure, essendo  i riti descritti tipici  degli oratori  di questa terra. Nessun aiuto ci viene dall’immagine venerata, non riconoscibile tra le centinaia di Madonne presenti nei santuari. Ma i battuti, detti così in Piemonte, perché nelle processioni si flagellavano, esistevano anche altrove.

Giovanni Meriana